Influencer: chi sono e cosa fanno davvero

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Tutti li conoscono, qualcuno li ama, qualcuno li odia ma, alla fine, “chi sono gli influencer e cosa fanno davvero?” è senza dubbio la domanda che almeno una volta, scrollando Instagram, Facebook, Youtube, TikTok e social affini, ci siamo chiesti.

Se è (letteralmente) sotto gli occhi di tutti che cosa facciano nel loro quotidiano, è meno ovvio comprendere cosa ci sia dietro questo tipo di attività: un’industria miliardaria che si basa sull’identificazione, il coinvolgimento e l’interazione.

Ma come fanno a guadagnare e a far diventare una passione un lavoro? Vediamolo insieme.

Influencer chi sono

Cosa fa dunque un influencer?
La risposta più semplice (e semplicistica) è che un influencer si occupa della creazione e pubblicazione di contenuti di un determinato ambito di interesse.
Dai videogiochi al cake design, dal makeup al fitness passando per l’universo delle mamme e dei papà fino alla tecnologia e la scienza, c’è sempre qualcuno pronto a dare consigli condividendo tutorial, guide, interviste o recensioni per affermarsi come personaggio di riferimento nel proprio settore.

Come cambia la pubblicità al giorno d’oggi: l’influencer marketing

Si può dire tranquillamente che gli influencer facciano pubblicità, ma sarebbe riduttivo.
La tipologia di marketing chiamata influencer marketing, una delle strategie considerate più in rapida crescita negli ultimi anni, è caratterizzato da un approccio insolito: al centro non troviamo il prodotto, ma una persona comune la cui opinione riteniamo affidabile.

Le aziende che si servono di questa strategia sfruttano le ben consolidate community degli influencer per trasmettere messaggi, ricevere commenti ed avvicinarsi alle persone senza imporre l’uso dei loro prodotti, ma stimolando una discussione attorno ad una cerchia già esistente.

Statistiche alla mano: nel 2018 i contenuti condivisi dagli influencer hanno prodotto un ROI 11 volte superiore per le aziende che hanno deciso di affidarsi a loro, mentre l’81% dei marketers che li utilizza nel proprio piano di comunicazione sostiene la loro fondamentale utilità.

da Ninja Marketing – L’Influencer Marketinng: 6 pericoli

Fondamentale nel processo è che il testimonial sia autentico, cioè effettivamente vicino alla sua community e degno di fiducia. Fare pubblicità in modo aggressivo e spudorato non può essere considerato in effetti influencer marketing. Inoltre, alla base della fiducia fra un influencer e la sua community c’è la coerenza: tradita quella, crolla tutto.

L’efficacia stessa del messaggio promozionale dipende moltissimo dalla coerenza tra il prodotto/brand e lo stile, la personalità e gli interessi dell’influencer.

Capiamo dunque quanto sia importante da una parte avere una solida strategia nella creazione dei contenuti, dall’altra mantenere costante ed invariato il contatto e l’interazione con la comunità di riferimento.

A differenza della classica pubblicità l’influencer racconta una storia mantenendo un dialogo aperto e diretto con il suo pubblico.

Come si diventa influencer?

Diventare influencer non è un gioco da ragazzi come sembrerebbe: strategia, passione, curiosità e carisma sono senza dubbio delle componenti fondamentali a cui bisogna aggiungere una forte dose di impegno quotidiano per stare sempre al passo coi tempi.

Quali sono gli hashtag più in voga della settimana? Quali tendenze nel mio settore? Cosa posso fare per essere davvero virale?

Non esiste a tutti gli effetti una formula magica o un manuale per diventare influencer, possiamo tuttavia definire compiti e passaggi obbligati.

Come abbiamo anticipato, gli influencer sono appassionati, esperti, talvolta professionisti in un determinato settore o personaggi in grado di essere da ispirazione per molte persone : sono sempre aggiornati rispetto a novità e rumors attorno ad argomenti di tendenza e non perdono occasione per commentare, dire la loro, stimolare una discussione con i followers.

https://www.instagram.com/p/B477UeGIa02/
Camihawke, l’influencer brianzola all’apertura di TEDx Rimini

Blogger, videomaker, fotografi, content writer postano contenuti di qualità sui loro canali preferiti (siti web, social network, blog) utilizzando piani editoriali e dandosi una certa regolarità: rubriche fisse ed appuntamenti settimanali/giornalieri sono un must have, ma anche offtopic che condividono momenti del quotidiano, della vita familiare e privata.

https://www.instagram.com/p/B47NojThzPu/
La celeberrima Clio festeggia il suo compleanno in famiglia.
L’immagine spontanea è comune a quella di tante altre mamme.

Ma condividere certamente non basta. Un influencer monitora, quantifica, tiene sott’occhio i dati: numero di visualizzazioni, commenti, likes, retweets, condivisioni, link e click sono necessari per comprendere se i contenuti stanno funzionando o se si può migliorare qualcosa.

Influencer famosi e micro influencer: le differenze

Possiamo distinguere Top Influencer da Micro Influencer: cambiano i soggetti, cambiano i numeri, le abitudini, le community e le modalità di presentare i brand e quotidianità.

Se da una parte abbiamo un numero di follower da far girare la testa, una notorietà strabiliante e di sponsorizzazioni per grandi marchi, dall’altra abbiamo community raccolte ad altissimo livello di interazione basate sulla fiducia e sul contatto diretto.

I micro influencer riescono a rispondere quasi sempre ad ogni commento, conquistandosi la loro community giorno dopo giorno e riuscendo ancora a trasmettere quell’immagine genuina che i top influencer hanno ormai perso, diventando più simili alle classiche “star“.

Non a caso, chi fa influencer marketing predilige ormai i micro influencer per la loro capacità di coinvolgere ed intrattenere più conversazioni.

In questo caso a contare è più la qualità che la quantità.

Influencer micro
Opportunità dei micro influencer

Fare l’influencer è un lavoro?

Veniamo alla domanda che scotta: fare l’influencer è un lavoro vero e proprio?
Ed in base a cosa guadagnano?

Non sono ovviamente le views in se’ a pagare le vacanze ai tropici dei nostri cari infleuncer.
La risposta su come sopravviva un influencer infatti è divisibile per tre:

  1. si tratta di persone famose, star, rampolli di famiglie ricche ed influenti che utilizzano i loro profili per promuovere la propria immagine;
  2. parliamo di professionisti, esperti di settore che possiedono attività e guadagni anche al di fuori della rete e sfruttano i social per fare personal branding ed affermarsi come opinion leader del settore;
  3. tutti coloro che partendo da zero e sfruttando la loro creatività, con costanza e dedizione, raggiungono una notorietà adeguata per essere notati dai brand e farsi proporre collaborazioni retribuite.

Per misurare la popolarità di un influencer infatti il numero di followers e like non basta: quando un’azienda sceglie un Influencer per il proprio brand a contare sono la reach ( cioè la quantità di persone che può raggiungere), la sua autorevolezza nel settore e la capacità di generare engagement ( stimolare interazioni).

In alcuni casi, l’obiettivo dell’azienda è di diffondere un’ immagine, far parlare di se’, essere associata ad un determinato lifestyle e personaggio (brand reputation), mentre in altri casi ha bisogno che l’influencer influenzi -appunto- i followers all’acquisto. Per fare ciò, spesso all’influencer vengono forniti speciali sconti e coupon associati al suo nome: l’azienda può così misurare l’efficacia delle sue stories o dei suoi post promozionali a seconda di quanti follower eseguono l’acquisto!

Per una questione di trasparenza, ogni post sponsorizzato deve essere esplicitamente dichiarato con l’hashtag #ad e #adv (e affini) oppure riportare la scritta “Partnership pubblicizzata con..” : se lo vedete significa che il nostro influencer ha attiva una collaborazione ufficiale con quel brand, altrimenti sta, di sua spontanea volontà, recensendo o consigliando qualcosa senza guadagnarci nulla (se non i tuoi like)!

https://www.instagram.com/p/B3mJ3frouA6/
Partnership pubblicizzata con huaweimobileit dei Pozzolis Family

La risposta alla domanda “come fa a guadagnare un influencer?”, quindi, è che viene pagato in base al numero di post sponsorizzati, all’engagement generato e ai prodotti venduti attraverso coupon e sconti dedicati.

Insomma, forse considerata la mole di lavoro l’idea di un corso di laurea per influencer non sembra più così tanto assurda! Sia mai che potremmo ritrovarci contenuti davvero di qualità: divertenti, istruttivi e, perché no, veicoli di buoni messaggi ed abitudini.

LASCIACI UN COMMENTO

Cosa ne pensi di questo tipo di strategia? L’hai mai utilizzata?
Sei tu stesso un micro influencer ed hai qualcosa da aggiungere?
Lasciaci un commento: ogni suggerimento è prezioso!

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